MAX
COM'E' CHE FA LANKY
COM'E' CHE FA LANKY
scss records 2019 - nv008
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22/07/2019
SYD BARRETT E' ZEN, SYD BARRETT E' PESSOA,
QUINDI IO SONO SYD BARRETT
Syd Barrett mi è sempre piaciuto.
La sua opera e la sua vita sono zen.
E io adoro la poesia zen.
Questa mattina, ho scoperto che Syd Barrett è Fernando Pessoa.
Nel suo ''Libro dell'inquietudine'' ho letto:
''Un giorno che non so, mi sono ritrovato su questo mondo, e fino ad allora, evidentemente da quando ero nato, avevo vissuto senza sentire.
Quando ho chiesto dove ero, tutti mi hanno ingannato e tutti si contraddicevano.
Quando ho chiesto di dirmi cosa avrei dovuto fare, tutti mi hanno parlato in modo falso, e ognuno mi ha detto una cosa diversa.
Quando mi sono fermato sulla strada, perché non sapevo dove andare, tutti si sono meravigliati del fatto che non proseguissi verso il luogo in cui nessuno sapeva cosa vi fosse, o non tornassi indietro.
Ho visto che stavo su un palco, e non conoscevo la parte che gli altri recitavano senza esitare, sebbene neanche loro la conoscessero.
Ho visto che ero vestito da paggio, e non mi hanno dato la regina, incolpandomi di non averla.
Ho visto che avevo in mano il messaggio da consegnare, e quando ho detto loro che il foglio era bianco, hanno riso di me.
Alla fine mi sono seduto sulla pietra all'incrocio, come al focolare che mi è mancato.
E ho cominciato, fra me e me, a fare barchette di carta con la menzogna che mi avevano propinato.
Nessuno ha voluto credermi, neppure come bugiardo, e non avevo un lago in cui poter provare la mia verità.''
Mi riconosco in queste parole.
Anche se io un lago ce l'ho, e me ne sto qui, sulle sue sponde, a fare barchette di carta.
E a provare a me stesso la mia verità.
Non mi serve altro.
Tutto il resto non conta...
QUINDI IO SONO SYD BARRETT
Syd Barrett mi è sempre piaciuto.
La sua opera e la sua vita sono zen.
E io adoro la poesia zen.
Questa mattina, ho scoperto che Syd Barrett è Fernando Pessoa.
Nel suo ''Libro dell'inquietudine'' ho letto:
''Un giorno che non so, mi sono ritrovato su questo mondo, e fino ad allora, evidentemente da quando ero nato, avevo vissuto senza sentire.
Quando ho chiesto dove ero, tutti mi hanno ingannato e tutti si contraddicevano.
Quando ho chiesto di dirmi cosa avrei dovuto fare, tutti mi hanno parlato in modo falso, e ognuno mi ha detto una cosa diversa.
Quando mi sono fermato sulla strada, perché non sapevo dove andare, tutti si sono meravigliati del fatto che non proseguissi verso il luogo in cui nessuno sapeva cosa vi fosse, o non tornassi indietro.
Ho visto che stavo su un palco, e non conoscevo la parte che gli altri recitavano senza esitare, sebbene neanche loro la conoscessero.
Ho visto che ero vestito da paggio, e non mi hanno dato la regina, incolpandomi di non averla.
Ho visto che avevo in mano il messaggio da consegnare, e quando ho detto loro che il foglio era bianco, hanno riso di me.
Alla fine mi sono seduto sulla pietra all'incrocio, come al focolare che mi è mancato.
E ho cominciato, fra me e me, a fare barchette di carta con la menzogna che mi avevano propinato.
Nessuno ha voluto credermi, neppure come bugiardo, e non avevo un lago in cui poter provare la mia verità.''
Mi riconosco in queste parole.
Anche se io un lago ce l'ho, e me ne sto qui, sulle sue sponde, a fare barchette di carta.
E a provare a me stesso la mia verità.
Non mi serve altro.
Tutto il resto non conta...
Max, febbraio 2019
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